Offerte terminate - Dicembre 2014

Nightmare from Deep: The Siren's Call

 

G5 Entertainment

 

Costo iniziale : €4,49/5,99

Download:  [ iPhone ] [ iPad ]

Nightmares from the Deep: The Siren's Call sviluppato da Artifex Mundi e pubblicato da G5 Entertainment é il seguito del primo capitolo Nightmares from the Deep, laddove la protagonista si era dovuta scontrare con il vecchio diavolo dei mari in persona, Davy Jones! Sembra che l'incubo non sia finito! La protagonista della storia é Sarah Black, curatrice del Museo navale dei Caraibi, la quale viene trascinata involontariamente in un antico conflitto quando le viene recapitato un pacco misterioso. Mentre estrae l'artefatto dal pacco, il Golden Octopus, dei rapinatori simili a uomini-pesce entrano nel museo e lo rubano con una spettacolare azione. Incredula, Sarah capisce che sta di nuovo piombando a capofitto in un incubo dei mari! Da qui inizia l'aventura alla ricerca dell'artefatto rubato, partendo dalla spiaggia di Kingsmouth, un villaggio di pescatori dimenticato da tutti che cela un segreto incredibile. Il finto facchino le rivela la triste verità: lui e gli altri abitanti del paese si stanno trasformando in mostruose creature marine. Questa maledizione era stata lanciata dal sindaco Murray, mandante del furto dell'artefatto e dal vecchio diavolo dei mari in persona, Davy Jones! Il gioco é un'avventura hidden object in cui bisognerà cercare tra le 48 location più di 400 oggetti celati più o meno nell'ambiente, tra ricerche più o meno mirate. Per fare questo si dovranno anche risolvere 28 mini giochi, uno differente dall'altro differenziati per logica, abilità o semplice deduzione. Molti di questi per essere attivati avranno bisogno di oggetti raccolti in altre location, i quali permettono di aprire una porta, piuttosto che attivare un meccanismo. Per questo la ricerca é alla base del gioco e nel caso il giocatore non sappia dove sbattere la testa, é disponibile un sistema di aiuti che permette di individuare la location oppure il posto dove bisogna cercare, così come é possibile saltare i vari mini giochi, dopo che é passato un determinato numero di tempo. Ovviamente é lasciata al giocatore la possibilità di usufruire o meno di questi. Arrivare a vedere il finale non sarà difficilissimo, in quanto come in altri titoli é possibile usufruire di una mappa, che mostra le varie location visitate, e nelle quali é possibile interagire con qualcosa. Queste sono contraddistinte da un punto esclamativo verde. All'inizio dell'avventura é possibile scegliere il livello di difficoltà con cui affrontare la stessa. Questo va a modificare il "livello" degli aiuti, andando ad identificare o meno gli oggetti con cui si può interagire o ancora il tempo che deve passare prima che l'aiuto si ricarichi. Il titolo presenta le classiche schermate fisse dove il giocatore deve cercare gli oggetti richiesti, talvolta tramite il semplice nome, altre mostrando esclusivamente la forma di questi. In alcune location sarà necessario unire alcuni oggetti o frammenti di oggetto per formare l'oggetto richiesto. E' presente l'immancabile inventario dove si trovano gli oggetti che vengono a mano a mano raccolti nelle varie location e che devono essere usati in altre. Sfortunatamente non é previsto la combinazione diretta degli oggetti nell'inventario così come succede nelle avventure grafiche, dove solitamente si uniscono uno o più parti per creare un oggetto finito. Niente di irreparabile, ma avrebbe aumentato la longevità del titolo. A differenza di altri titoli prodotti da Artifex Mundi qui la qualità c'è e si fa ben notare. Le scene sono impreziosite da elementi dinamici che rendono più "viva" l'azione e spesso i mini-giochi richiedono anche un uso di gesture per le varie azioni da effettuare, abbandonando un pò il classico clichè del semplice click su schermo. Molte sequenze interattive fanno la loro comparsa aggiungendo profondità alla storia, il tutto condito da un comparto grafico davvero di prim'ordine e molto ispirato. Ho gradito anche l'introduzione di scene interattive, come una sorta di quick-time event che aggiungono ulteriori novità al genere senza per questo stravolgerlo. I dialoghi sono molto buoni e il doppiaggio (in sola lingua inglese) è davvero ben fatto. Non mancano comunque i sottotitoli in italiano per chi non mastica l'anglosassone. Siamo di fronte insomma ad una delle migliori produzioni del genere degli ultimi anni e sicuramente si tratta di un gioco che merita di essere provato. Averlo in forma gratuita nella sua versione "FULL" è davvero un gradito regalo di Natale da parte di G5.

 

Versione iPhone e HD per iPad

Brushstroke

 

Code Organa

 

Costo iniziale : €2,69

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Brushstroke, popolare app di fotoritocco approdata a Marzo di quest'anno sullo Store Apple è stata scelta come App della settimana, e, di conseguenza, è disponibile per il download gratuito per la prima volta dal suo lancio marzo 2014. Brushstroke, come suggerisce il nome, è stato progettato per trasformare le fotografie in veri e propri dipinti utilizzando una varietà di filtri fotografici. Ci sono dozzine di differenti varianti di pennelli che producono diversi effetti di vernice, di stile e ogni opzione dei pennelli può essere ulteriormente personalizzata utilizzando i movimenti delle dita sullo schermo touch per aumentarne l'effetto, magari solo in aree specifiche. Ci sono anche diversi filtri colore da applicare una volta scelto lo stile e che permetterà di cambiare l'aspetto finale del dipinto, e varie strutture come carta, tela, legno, pietra, e la pietra che aggiungono ulteriori elementi di personalizzazione. Non mancano i controlli per le classiche funzioni di editing fotografico standard come la saturazione, il contrasto, la luminosità, l'esposizione, e molto altro. Volendo, una volta completata la propria "opera" si potrà creare una firma che verrà posta in uno dei quattro angoli, opportunamente ridimensionata. Come tradizione, le foto modificate possono essere condivise su vari social network come Twitter, Instagram, e Facebook. Gli sviluppatori di Brushstroke hanno collaborato inoltre con CanvasPop per consentire agli utenti di ordinare stampe fisiche, poster e tele di loro foto modificate a prezzi a partire da 10€. Sono presenti anche gli immancabili acquisti in-app in app, un pacchetto di filtri ed effetti aggiuntivi anche se si può considerare abbastanza superfluo visto il già nutrito numero di effetti che l'app mette a disposizione. Se amate la fotografia e il fotoritocco è una buona occasione per poter provare tutte le potenzialità di questa applicazione senza spendere nulla.

 

Versione Universale



Age of Zombies: Season 2

 

Halfbrick Studios

 

Costo iniziale : €0,89

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Facendo un giro sullo Store Apple, succede spesso di imbattersi in qualche divertente giochino da scaricare sul proprio device per trascorrere alcune ore spensierate in compagnia di simpatici personaggini protagonisti di prodotti caratterizzati da gameplay immediati e senza eccessive pretese. Age of Zombies, apparso quasi un'anno fà è proprio questo, un "allegro" platform-sparatutto con visuale dall'alto, sulla falsariga in tono minore di capolavori del passato del calibro di KiKi Kaikai, Chaos Engine e soprattutto, per le tematiche, Zombie hate my neighbors. Tutto in questo prodotto sviluppato da Halfbrick Studios è caratterizzato da uno stile cartoon molto carino e fuori di testa, a partire dalla trama. Il folle Professor Brain ha deciso di alterare l'ordine delle cose del nostro pianeta manipolandone la storia attraverso l'invio in cinque diversi periodi temporali (la Preistoria, la Chicago degli anni '30, l'antico Egitto dei Faraoni, il Giappone feudale e il futuro) di orde di morti viventi per lo scopo. Al giocatore nei panni dell'eroico Barry Steakfries il compito di ristabilire il corso naturale degli eventi e salvare le popolazioni attaccate. Il gioco nel trascorrere dei mesi ha avuto un costante e continuo supporto fino a quest'ultima release che aggiunge così tante cose, perfino rivedendo la grafica così da decidere di farlo diventare un vero e proprio sequel con tanto di modifica al titolo che diventa Stagione Due, strizzando l'occhio in modo intelligente e rendendo omaggio alla serie The Walking Dead. Il gameplay di Age of Zombies è quanto di più elementare possa esistere: il personaggio viene mosso dall'utente su e giù per la mappa e lo scopo primario del gioco è quello di eliminare ogni forma di vita, si fa per dire vista la tipologia di nemici che si muovono sullo schermo, utilizzando sia l'arma principale usata da Barry che tutte quelle che quest'ultimo troverà in giro per le aree dove dovrà aggirarsi oltre che per fare piazza pulita, proprio per recuperare lancia fiamme, mitragliatrici pesanti, fucili e ordigni esplosivi. Questi ultimi sono forse l'elemento più utile per liberare il terreno dall'alto numero di avversari che in massa si fiondano sul protagonista. Attirando decine di cadaveri ambulanti in determinati punti è possibile, sfruttando anche la conformazione naturale o artificiale dello scenario (un ponte, un corridoio di rocce, etc), farli saltare in aria e in gruppo. Anche perché non solo il numero di zombie su schermo è sempre elevatissimo, ma ogni periodo storico presenta una serie diversa di guerrieri non morti, ognuno dei quali vanta caratteristiche di attacco proprie come i ninja zombie che lanciano le loro shuriken o quelli in versione gangster che sparano, e dunque sono più difficili da fronteggiare. Nel caso si venga travolti dalle orde di avversari oppure colpiti il nostro simpatico protagonista non muore immediatamente ma come avviene in alcuni sparatutto moderni, lo schermo tende a diventare rosso. Per ripristinare l'energia vitale non c'è bisogno quindi di pozioni o derivati, ma un'attenta analisi delle condizioni di salute di Barry, che va allontanato per precauzione dalle orde di famelici non morti in modo da cercare di evitarne il contatto in attesa di recuperare le forze. I controlli sono affidati al classico sistema dual stick simultaneo, uno per muovere il protagonista l'altro per dirigere la pioggia di proiettili sui nemici con una rotazione completa a 360°. Nelle fasi più avanzate del titolo la difficoltà è davvero elevata e saranno necessari ottimi riflessi e coordinazione per avere la meglio sulle orde. In questo episodio è stata aggiunta una modalità multiplayer davvero ingegnosa, non on-line ma su schermo condiviso. Funziona a meraviglia sugli schermi generosi degli iPad, dividendolo in due porzioni simmetriche e sdoppiando i comandi per due giocatori che affronteranno gli schemi in simultanea uno di fronte all'altro. Divertentissima e davvero coinvolgente (nel bene e nel male) anche perchè se il nostro compagno si "addormenta" in azione sarà possibile gridargli in faccia le peggior cose. Questa nuova modalità vale da sola il titolo, l'offerta gratuita lo rende a mio avviso assolutamente imperdibile.

 

Versione Universale

Space Qube

 

Owen Wu

 

Costo iniziale : €2,69

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Una delle sfide più difficili da affrontare, per chi vuole sviluppare un nuovo gioco sullo Store è proprio quella visibilità. Avendo a disposizione un'immenso parco titoli che spaziano in tutti i generi conosciuti (e anche sconosciuti) riuscire a proporre qualcosa di nuovo o quantomeno diverso è davvero una bella sfida e a meno di non avere già un grosso nome dietro e un franchise conosciuto l'unica strada è quella di trovare qualche espediente che renda il gioco facilmente riconoscibile e con una forte identità. Gli sviluppatori Qubit, da poco approdati nel mobile gaming ci provano con questo Space Qube unendo un classico shot'em'up con delle meccaniche costruttive che strizzano l'occhio a Minecraft. Il concetto di gameplay è abbastanza banale e visto decine di volte con la propria astronave vista da dietro un pò come in StarFox e con le ondate nemiche in perfetto stile Galaga che appaiono all'orizzonte e ci vengono incontro. Lo scopo, manco a dirlo, è sterminare più nemici possibile, raccogliere i classici power-up e lottare con il boss di fine livello per poter accedere allo stage successivo. La nostra navicella può solamente spostarsi a destra e a sinistra con i controlli tilt, effettuare delle manovre evasive per schivare i proiettili mentre lo sparo è upgradabile e continuo, in completa modalità auto. Più si prosegue nei livelli maggiore sarà la difficoltà con ondate sempre più numerose e agguerrite e con un deciso aumento dei colpi da schivare su schermo. Anche i boss diventano sempre più forti e con pattern sempre più complessi. Lo sfondo è sfocato così da far risaltare meglio i nemici e i vari oggetti e tutto il titolo adotta un'approccio stilistico che fonde la grafica 8-bit con i poligoni. Ogni singolo elemento è infatti un voxel, un pixel tridimensionale e questo rende l'impatto visivo sicuramente d'effetto e molto particolare. Grazie alle peculiarità e alle proprietà del voxel tutto gira in modo molto fluido e armonico. Alcuni boss sono davvero belli da vedere nella loro costruzione davvero complessa pur utilizzando solo centinaia di cubi, una sorta di effetto Minecraft ma più complesso per intenderci. La vera novità però non è nel gameplay vero e proprio ma nel potente e versatile editor che ci permette di costruire intere e inedite astronavi dalle forme più disparate, non necessariamente rispettando i dettami del genere. Ho visto astronavi a forma di water-wc, di statue, di facce e di qualsiasi altra forma e tipologia vi possa venire in mente. Grazie all'editor potremo costruire e condividere le nostre creazioni con il web in diverse forme, dalla mail ai noti social-network ed è inoltre presente la possibilità di inviare il nostro modello ad una stampante 3D per poterlo avere realmente tra le mani e creare una sorta di collezione. La cosa da tenere conto è che la costruzione non è solo fine a se stessa ma le caratteristiche della navicella cambieranno in base all'uso e al numero dei voxel usati. Un'astronave piccola e affusolata sarà fragile ma molto veloce, al contrario quelle grandi e complesse saranno più resistenti ma ovviamente più lente. All'inizio non avremo tantissimi blocchi da utilizzare ma questi potranno essere raccolti nel corso delle partite oppure acquistati tramite pacchetti con gli immancabili acquisti in-app. Space Qube si può considerare quindi un'esperimento ben riuscito ma solo a metà a mio avviso. Il comparto grafico è buono e originale, le musiche in stile 8-bit sono divertenti e non stancano, l'editor è davvero potentissimo il problema di fondo è da ricercare nel lato ludico del gioco, davvero troppo povero e ripetitivo per considerare il titolo una nuova perla nel panorama dello Store. Ben inteso, l'offerta gratuita vi permetterà di usufruire del titolo in tutte le sue modalità e in forma completa al 100% ma probabilmente, dopo qualche partita, vi ritroverete a giocare con l'editor che di fatto è veramente un'app nell'app. Se questo può bastare a giustificare l'acquisto non lo so, ma la possibilità di averlo gratis di sicuro si.

 

Versione Universale

Skullduggery!

 

ClutchPlay Games

 

Costo iniziale : €4,49

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Di eroi bizzarri nel mondo dei videogiochi ne abbiamo visti parecchi, quindi restare impressionati nel controllare un teschio umano è piuttosto difficile. Il protagonista di Skullduggery! (con punto esclamativo alla fine per distinguerlo da un altro altrimenti omonimo gioco presente su App Store) è infatti proprio un cranio, appartenente ad un certo Doug Skullery, piuttosto dinamico e mobile nonostante l'assenza di arti. Queste premesse fanno da contorno al nuovo titolo di Clutch Games, studio dell'Oregon composto da veterani dell'industria e giunto alla sua seconda produzione, dopo il gradevolissimo Little Chomp pubblicato oramai quasi 2 anni fa. Skullduggery! è sostanzialmente un platform, anche se questa non è la definizione più corretta: invece di eseguire salti infatti, il teschio si muove all'interno dei livelli grazie alle traiettorie impartite dal giocatore, che di fatto lo "lancia" a mo' di catapulta. Vi è venuto in mente Angry Birds? Esatto, lo schema di controllo è praticamente identico. In sostanza trascinando il dito dietro al cranio si ottiene la tensione del cervello rosa in esso contenuto (bello macabro, eh?), che una volta rilasciato produce una propulsione in avanti del bizzarro protagonista. Per agire con maggiore precisione si può mantenere la pressione del polpastrello sullo schermo, azione che genera una sorta di slow motion appunto utilissimo per tale scopo. Ed è proprio in questa maniera quindi che si attraversano i livelli di Skullduggery!, con un lancio dopo l'altro: in realtà per non tediare troppo il giocatore tramite un sistema di controllo comunque impegnativo se ripetuto in maniera estenuante, i ragazzi di Clutch Games hanno infarcito le ambientazioni di molle rimbalzanti, mani cadaveriche e respingenti così da assicurare la fluidità dell'azione, spezzettandola il meno possibile. Un obiettivo che in realtà viene raggiunto in buona parte dei casi, anche se non sempre tutto fila liscio: il level design è infatti abbastanza altalenante, alternando sezioni eccellenti ed esaltanti ad altre meno brillanti, magari a causa di picchi di difficoltà che costringono a numerose ripetizioni della stessa zona. Sia chiaro, restiamo sempre ampiamente nel campo del tollerabile: Skullduggery! è un prodotto di qualità, realizzato con cura ed attenzione, cosa che traspare da ogni elemento. L'esplorazione delle ambientazioni è poi un aspetto importante della progressione, perché permette di raggiungere zone segrete in cui raccogliere tesori di vario genere e completare obiettivi secondari. Peccato che si tratti di uno sforzo abbastanza fine a sé stesso, non essendoci reali e concreti vantaggi per il completamento al 100% dei livelli. In ogni caso, per gli utenti in cerca di una buona sfida, Skullduggery! è capace di garantire differenti livelli di approfondimento tali da soddisfare anche gli amanti delle sfide un po' più "hardcore". Ovviamente non mancano poi i nemici, tutti scheletri ma caratterizzati da aspetto e armi differenti: dal momento che essere colpiti con una mazza da baseball o con un proiettile non è il massimo anche per un teschio, va impiegata una certa strategia cercando di evitare l'area di azione degli avversari, magari aggirandoli per poi colpirli alle spalle. Dove il titolo di Clutch Games mostra alcuni dei suoi pregi maggiori è nella componente tecnica, che si lascia apprezzare attraverso uno stile grafico retro ma non certo povero: gli sprite e le ambientazioni sono ben disegnate e dotate di un buon dettaglio, ma soprattutto è la notevole caratterizzazione che garantisce a Skullduggery! di non passare inosservato. Eventualmente sarebbe stata apprezzata una maggiore varietà delle location, ma la promessa di nuovi livelli in arrivo con i futuri update dovrebbe portare un certo sollievo in tal senso, allo stesso tempo offrendo contenuti capaci di giustificare in maniera più convincente il prezzo. Per chi è rimasto incuriosito dal titolo, non resta che approffitare dell'offerta gratuita che permette di portarlo a casa in versione completa senza spendere un'euro.
Recensione a cura di Andrea Palmisano

 

Versione Universale

 

God of Light

 

Playmous

 

Costo iniziale : €1,79

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La luce è fondamentale, è vita. Questo deve essere stato uno dei tanti pensieri che ha viaggiato nelle menti dei ragazzi di Playmous, che hanno deciso di fondare il loro ultimo titolo, God of Light, proprio sulla luce. Attraverso la combinazione di specchi, prismi e portali di vario tipo, la luce cerca la propria via per tornare a splendere e salvare il mondo dall'oscurità oppressiva. Tra la moltitudine di puzzle game e di titoli basati sulla fisica presenti per il mercato mobile, God of Light prova a distinguersi per un'ambientazione originale e un gameplay estremamente intuitivo. Nell'ultimo gioco firmato Playmous il nostro compito sarà quello di riportare la luce in un mondo caduto nell'oscurità. L'intera applicazione è suddivisa in tre mondi, ciascuno dotato di 25 livelli: Albero celestiale, Albero di pietra e infine Albero azzurro. Ogni stage inizierà con Shiny, la mascotte del gioco, che altro non è se non una scintilla di luce: da questa dovremo far partire un fascio luminoso che potremo far rimbalzare su specchi oppure farlo diffondere attraverso prismi, per poter raggiungere così la nostra meta, una sorta di fiore. Sparsi nel livello ci saranno anche tre gemme che potremo raccogliere semplicemente colpendoli con questo fascio di luce. Il gameplay del gioco è estremamente semplice e intuitivo: i comandi sono studiati alla perfezione per gli schermi touch, dal momento che con il nostro dito potremo sia indirizzare il fascio di luce sia dare la giusta inclinazione a specchi e prismi per poter completare il livello, cercando di eseguire il miglior percorso possibile. I primi stage saranno superabili con estrema facilità, ottenendo anche le tre gemme per ogni livello; purtroppo il basso livello di difficoltà di God of Light rimane una costante per la maggior parte del gioco: solo le ultime missioni ci regaleranno qualche grattacapo, ma non di grande entità. Sarà comunque estremamente semplice riuscire a completare i livelli, mentre ottenere tutte e e tre le gemme richiederà un po' più di riflessione e di studio, per poter capire il percorso giusto. La scelta grafica adottata dai ragazzi di Playmous per God of Light è uno dei punti di forza del gioco. Il mix perfetto tra ombre e luci, con la giusta scelta cromatica (ogni modo sarà caratterizzato dai propri colori), sapranno anche stupire il giocatore grazie un'ottima qualità dal punto di vista grafico. La ricchezza del titolo è favorita anche dal fatto che nel corso dell'avventura si aggiungeranno costantemente nuovi elementi che proveranno ad aumentare, senza molto successo, il livello di difficoltà: queste componenti sono in gradi di riflettere in maniera differente la luce, cambiarne il colore o modificarne la potenza e la portata. Nascoste nel livello ci saranno anche delle lucciole che saranno utili in caso di difficoltà: queste permetteranno infatti di vedere, anche se per pochi secondi, la soluzione dello stage. Nel caso le lucciole dovessero finire, sarà sempre possibile acquistarne delle altre attraverso gli acquisti In-App. La longevità di God of Light è discreta mentre la sua rigiocabilità, dato il generale livello di difficoltà tendente verso il basso, non è elevata: una volta che avremo riportato la luce nel mondo Albero azzurro (l'ultimo disponibile) difficilmente riprenderemo in mano il titolo per poterci giocare nuovamente. L'ultimo lavoro dei ragazzi di Playmous sembra essere, nel suo complesso, più un'applicazione in grado di offrire qualche ora di svago piuttosto che un vero gioco. Data la sua semplicità, infatti, saranno estremamente rari, se non praticamente nulli, i momenti in cui verremo colpiti dalla frustrazione e dallo sconforto per non essere ancora riusciti a trovare la soluzione al livello che stiamo affrontando. Merita comunque una possibilità perchè oggi è sempre più difficile trovare puzzle game dalle meccaniche originali e la possibilità di poterlo avere in modo completamente gratuito andrebbe subito sfruttata.
Recensione a cura di Samuele Zaboi

 

Versione Universale

Shadow Blade

 

Crescent Moon Games

 

Costo iniziale : €1,79

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Anche se non godono della stessa popolarità che avevano negli anni '80 e '90, i ninja rimangono comunque fra i personaggi più adatti a vestire un ruolo da protagonista in un action game, specialmente se le direttive principali del titolo sono la velocità e la precisione: è questo il caso di Shadow Blade, ultima opera del team statunitense Dead Mage nella quale è fondamentale agire con rapidità sul touch screen per consentire al guerriero su schermo di giungere indenne alla fine di ogni stage. Senza nemmeno far finta di imbastire un abbozzo di trama, Shadow Blade mette l'utente nei panni del ninja Kuro, impegnato ad affrontare una serie di livelli suddivisi in tre ambientazioni senza un vero perché: non che un action game abbia per forza bisogno di una storia per esistere (specialmente su iOS), ma la totale assenza di un setting lascia un po' perplessi. Fortunatamente lo scoramento dura solo il tempo di accedere al gioco vero e proprio, quando Shadow Blade dimostra di essere un prodotto perfettamente a suo agio con i moderni dettami del mobile gaming. Il gameplay è dunque molto intuitivo, tant'è che la fase di tutorial è davvero breve: lo scopo è quello di raggiungere la fine di ognuno dei 41 stage che compongono il pacchetto nel minor tempo possibile, uccidendo i nemici che ci si parano davanti e raccogliendo stelline e stemmi ninja. Una struttura che va a braccetto con un sistema di controllo altrettanto semplice ed efficace, che nella sua versione predefinita si basa tutto su tocchi e strisciate senza ausilio di alcun pulsante virtuale: è sufficiente dunque tenere premuto il dito da una parte o dall'altra dello schermo per far correre il protagonista in quella direzione, mentre uno swipe fa compiere un balzo ed un rapido tap consente di menare un fendente con la propria spada. Su queste basi si possono costruire azioni vagamente più elaborate come un doppio salto o un attacco dall'alto, ma tutto rientra comunque nei confini di un'assoluta intuitività: per i nostalgici, è comunque disponibile uno schema alternativo che fa uso di classici tasti, i quali consentono una maggior precisione sacrificando di converso un po' del dinamismo dell'esperienza. Il gameplay si sviluppa su un piano rigorosamente bidimensionale, attingendo a piene mani dagli archetipi del genere action, mettendo dunque sul piatto ostacoli da superare (soprattutto baratri e spuntoni), trampolini, piattaforme mobili e via discorrendo, spezzettando il tutto in livelli che si completano in un giro di orologio o poco più. Pur essendo un titolo indubbiamente immediato e divertente, si fatica ad essere entusiasti di Shadow Blade per tutta una serie di motivi. Tanto per cominciare, il gioco è davvero corto: nel giro di un'ora si possono tranquillamente portare a termine tutti gli stage, compresi i nove appartenenti ad una categoria denominata "hardcore" ma che di difficile non ha proprio nulla. Nemmeno il fattore di rigiocabilità è particolarmente elevato: si può tornare sui propri passi per cercare di ottenere tutte e tre le stelle ninja elargite alla fine di ogni livello, peccato che non serva assolutamente a nulla dato che non ci sono contenuti extra da sbloccare grazie ad esse. Quello che più dispiace però è notare come Shadow Blade non possieda fondamentalmente nessun tratto distintivo: ogni elemento del gioco - dalle ambientazioni ai personaggi al design dei livelli - sa di già visto, trasmettendo la sensazione che gli sviluppatori di Dead Mage si volessero limitare a svolgere un compitino senza sforzarsi troppo in termini creativi. Una pigrizia che si manifesta in determinati frangenti dell'avventura e che ha il suo climax negli stage conclusivi di ogni mondo, delle semplici arene nelle quali bisogna uccidere tutte le ondate di nemici previste. Detto questo, parliamo pur sempre di un prodotto messo in vendita a meno di due Euro, che comunque intrattiene nella giusta misura senza peraltro ammorbare il giocatore con annunci pubblicitari ed inviti ad acquisti in-app come il più recente malcostume impone. Fra i meriti di Shadow Blade va poi inserita di diritto anche una componente grafica molto buona, lodevole soprattutto per l'utilizzo di colori accesi e per l'ottima qualità delle animazioni. Approfittate dell'offerta gratuita per dargli un'occhiata più approfondita e magari divertirti per qualche oretta senza spendere nulla.
Recensione a cura di Fabio Palmisano

 

Versione Universale

Riptide GP2

 

Vector Unit

 

Costo iniziale : €0,89

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Dopo il primo episodio uscito nel 2011, Vector Unit ci riprova con questo nuovo seguito bigger and better, cercando di correggere tutto ciò che non andava in Riptide GP. Dopo golose curiosità e piccoli dubbi, finalmente Riptide GP2 è uscito; vediamo cosa hanno combinato i ragazzi di Vector Unit. Il gameplay di Riptide GP2 non ha subito stravolgimenti rispetto al primo episodio, infatti si tratta del solito racing game dove, a bordo di un hydro jet, bisognerà completare le gare eseguendo quante più acrobazie possibili per ottenere del prezioso turbo. Il sistema di controllo è personalizzabile, sono disponibili tre tipi di comandi: via accelerometro, con pulsanti virtuali e tramite controller. Insomma, nulla di nuovo all’orizzonte, ma gli sviluppatori hanno optato per un miglioramento in ogni singolo aspetto della struttura di gioco. Uno tra tutti, l’intelligenza artificiale degli avversari, ora più agguerrita e competitiva rispetto al predecessore che provvede un livello di sfida piuttosto bilanciato. Oltre a nuovi tipi di hydro jet e una personalizzazione di essi ancora più ampia, quello che colpisce in assoluto è la modalità carriera, più varia e divertente dell’esperienza ludica complessiva del primo episodio. Nuovi tipi di gara, nuove sfide e, soprattutto, nuovi tracciati che godono di un design impeccabile sia dal punto di vista grafico che stilistico. Non c’è molto altro da dire se non che Vector Unit ha raccolto ciò che di buono aveva seminato con Riptide GP ma salandolo e pepandolo a dovere con questo nuovo episodio, ora molto più giocabile e divertente. Insomma, Vector Unit ci ha mostrato come si fa un sequel, sfornando un prodotto perfetto per il mobile gaming. L’offerta ludica di Riptide GP2 è probabilmente l’argomento più importante di cui discutere, poiché il punto dolente di Riptide GP era proprio la longevità misera data da una eccessiva ripetitività delle gare e dello sviluppo dell’hydro jet. Con Riptide GP2, Vector Unity ha deciso di inserire una modalità carriera che offre al giocatore un’esperienza di gioco decisamente più completa. Nel primo episodio si partecipava alle gare, si ottenevano nuovi velivoli per poi partecipare ad altre sfide identiche tra loro per proseguire. In Riptide GP2 si entra in un mondo completamente diverso grazie a nuove e divertenti modalità, ossia Race, Elimination, Hot Lap e Freestyle. Ognuna di esse provvede sia una buona dose di divertimento, sia varietà all’offerta ludica, l’elemento meno riuscito di Riptide GP2. C’è da dire che si poteva azzardare ancora di più dal lato contenutistico, infatti nelle ultime piste purtroppo le sfide si riproporranno per l’ennesima volta senza particolari variazioni, ma obiettivamente il lavoro svolto è più che soddisfacente, complice anche l’ottimo sistema di sviluppo, ora ampliato e più interessante. Completando le piste, infatti, otterremo esperienza per salire di livello, evento che ci ricompenserà con soldi e punti abilità che ci permetteranno di sbloccare nuovi tipi di acrobazie (circa 25). Il gioco, inoltre, offre una personalizzazione completa sia del velivolo che del pilota. È possibile sia cambiare completamente i colori e il pattern gratuitamente, che potenziare l’accelerazione, la manovrabilità, il boost e la velocità del nostro hydro jet con i soldi ottenuti completando le piste, oppure comprarne di nuovi (sono disponibili circa 9 hydro jet). Il comparto audiovisivo di Riptide GP2 è uno dei migliori mai visti su piattaforma mobile. Innanzitutto, l’acqua: le onde si gonfiano, si calmano, si increspano e, unite all’impressionante motore fisico, offrono un notevole senso di realismo. Il design delle piste è notevole, e offre scorci incredibili che di sicuro vi faranno rimanere a bocca aperta. La fluidità è ad alti livelli, la modellazione poligonale è fantastica e l’ottimizzazione è eccezionale, tant’è che anche sui dispositivi meno recenti il comparto grafico raggiunge un traguardo incredibile. Buonissimo anche il comparto sonoro, coadiuvato da musiche elettroniche che si amalgamano alla grande con l’azione adrenalinica del gioco. Riptide GP2 è un titolo eccezionale. Il salto di qualità rispetto al primo episodio c’è e si sente forte: il gameplay offre un compromesso ideale tra divertimento e sfida che stimola ed intrattiene il giocatore, provocando un piacevole senso di assuefazione. Il comparto tecnico da urlo insieme alla golosa e ampia offerta ludica completa un quadro già di per sé ottimo.

 

Versione Universale

 

9 Clues: The Secret of Serpent Creek

 

G5 Entertainment

 

Costo iniziale : €4,49/5,99

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9 Clues: Il segreto di Serpent Creek è un originale gioco d’avventura rompicapo con oggetti nascosti che presenta una modalità Detective davvero unica. Questo mistero appassionante combina elementi classici dell’orrore con un audace noir in stile anni 50. Una investigatrice privata del paranormale è contattata da un’amica, la famosa reporter Helen Hunter, la cui voce appare flebile e atterrita nel messaggio registrato in segreteria telefonica. Lei si trova nella città costiera di Serpent Creek e ha un immediato bisogno di aiuto. Tuttavia, dopo essere giunta a Serpent Creek, l’investigatrice non trova alcuna traccia della signora Hunter. La cosa più strana è che le strade della città pullulano di serpenti e sembra che gli abitanti siano dei perenni sonnambuli. La terra trema con scosse violente. Durante l’indagine, la detective svolgerà del vero lavoro investigativo: trovare indizi e combinarli per apprendere i segreti di ogni scena del crimine nella nuovissima modalità Detective. Queste le premesse dell'ennesima avventura punta e clicca con elementi hidden-object programmata dai ragazzi di Artifex Mundi e prodotta dall'ormai nota G5 Entertainment. E' sempre più raro trovare grosse novità di rilievo in questo genere di giochi, sebbene G5 sia ormai specializzata nella sua produzione con un catalogo davvero invidiabile, è innegabile che ci sia una sorta di stagnazione nelle idee alla base di questi prodotti e che la tendenza sia quella di proporre si nuove storie con nuovi eroi o eroine ma senza cambiare più di tanto la formula originale, forse perchè si ha paura di scontrarsi con il parco di affezionati giocatori, magari poco propensi a digerire nuove meccaniche o vedere dei profondi cambiamenti nel genere. Per dovere di cronaca, anche se a piccole dosi ogni nuova uscita prova a introdurre qualche novità, presenti anche in questa nuova avventura ma che comunque non stravolgono il concept originale mantenendo il tutto su una base oramai solida e iper-collaudata. L'atmosfera anni 50 del gioco è ben resa grazie ad una azzeccata scelta grafica, soprattutto nelle scene di intermezzo che abbandona i modelli poligonali a favore di scene disegnate e animate a mano che strizzano l'occhio alle strisce a fumetti di quel periodo, con un'occhio attento anche alle tinte lievemente pastellate che rendono davvero bene. I fondali sono sempre statici come oramai da copione ma sono davvero ben curati e ricchi di dettagli con tocchi vintage e con un'attento studio del periodo storico e senza incongruenze. Belli anche i menù, i font e gli elementi grafici di contorno come le cornici che riprendono il tema dell'arte concettuale tanto di moda alla fine del 1950 e i primi del 1960. I più attenti potranno notare anche l'uso dell'espressionismo astratto in molte scene e anche richiami alla nascente pop-art in alcuni dipinti. La trama presenta come al solito elementi paranormali e tutto sommato fa bene il suo lavoro e riesce anche ad essere in alcuni momenti angosciante e sinistra, sebbene sia tutto generalmente abbastanza prevedibile. Il gameplay sarà familiare a molti, oggetti nascosti da trovare e utilizzare anche combinandoli per proseguire nella storia. Belli i puzzle e i mini-game tra un passaggio e l'altro anche se non molto originali; alcuni molto semplici altri più difficili del solito e che richiedono una certa padronanza del "pensiero trasversale". Sicuramente la parte migliore di tutto il gioco è l'inedita modalità detective in cui saremo chiamati a ricostruire la scena del crimine con gli oggetti recuperati e gli elementi scoperti durante le investigazioni. Peccato per l'eccessiva facilità di svolgimento ma è sicuramente una novità che verrà ampliata e migliorata nelle prossime serie. In conclusione siamo davanti al solito e ben riuscito mix di oggetti nascosti, avventura punta e clicca e mini-giochi che divertirà sicuramente gli appassionati del genere ma che piacerà anche a chi si avvicina per la prima volta a questo genere.

 

Versione iPhone e HD per iPad



Mini Motor Racing

 

The Binary Mill

 

Costo iniziale : €0,89

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I racing game sono uno dei generi che più è stato in grado di adattarsi alle macchine da gioco con il passare degli anni, nascendo praticamente insieme ai videogiochi ed evolvendosi di pari passo con essi. Tra i tanti presenti sullo Store, analizziamo Mini Motor Racing disponibile gratuitamente per qualche giorno.  Una volta installato il gioco si potrà rapidamente scendere in pista, scegliendo un veicolo di base tra quelli disponibili e provando una delle piste più semplici. Molto bella la rappresentazione del garage, ricostruito in 3D in modo da creare una vera e propria alternativa navigabile ai più canoni meno statici, meno appariscenti e coinvolgenti. Tra la scelta del mezzo e quella del tracciato si noterà subito la presenza degli upgrade, in modo da migliorare le performance del proprio veicolo una volta guadagnati i soldi necessari vincendo le gare. Il design dei veicoli colpisce subito, prendendo una decisa distanza dallo stile pseudo realistico di molte produzioni disponibili su iOS, offrendo invece mezzi tozzi, giocattolosi, che ricordano solo marginalmente le forme delle controparti reali a cui si ispirano, risultando quindi simpatici e fuori dagli schemi: furgoncini, auto da gara di durata e mezzi più canonici vanno quindi a formare un garage nutrito, sia esteticamente che per prestazioni, in base ai vari parametri di selezione. In gara, lo stile utilizzato per i mezzi creerà qualche piccolo problema iniziale, sia a livello di dimensioni che per quanto riguarda l’inquadratura; la camera infatti inquadra la pista in modo abbastanza ravvicinato, valorizzando quindi lo stile e l’estetica dei mezzi ma togliendo gran parte della visuale sui tracciati, anch’essi ben realizzati ma da imparare rapidamente a memoria se si vuole sperare di vincere o semplicemente salire sul podio nei campionati più avanzati. Sempre relativamente ai tracciati c’è qualche problema riguardo la larghezza della pista, in quanto le dimensioni tozze dei veicoli favoriscono la formazione di ingorghi, soprattutto in presenza di restringimenti della carreggiata o curve particolarmente impegnative. Verranno quindi avvantaggiati i piloti chi riusciranno a districarsi nel più breve tempo possibile dal groviglio di lamiere che spesso si verrà a creare, spingendo gli ultimi arrivati a rimbalzare più volte senza il controllo del mezzo. In questo modo le prime posizioni tenderanno a delinearsi in fretta, lasciando gli ultimi senza la speranza di recuperare il terreno perduto, anche a causa della mancanza di qualsiasi effetto elastico, presente nella maggior parte dei racing game arcade proprio per ovviare a situazioni di questo genere. Lo stile grafico convince, con tracciati molto ispirati, spesso sviluppati anche in verticale, con dislivelli importanti da superare inanellando i giri necessari a terminare la gara, oppure con elementi caratteristici dell’ambientazione, come fiumi da guadare o gallerie da attraversare. I controlli inizialmente non sono proprio intuitivi, la configurazione di base offre un volante da ruotare semplicemente utilizzando un dito della mano sinistra, con la sezione destra dello schermo a piena disposizione per utilizzare uno dei turbo che permettono un aumento temporaneo della velocità di crociera. Fortunamente il titolo presenta 3 diverse varianti di controllo ed io ad esempio ho trovato subito un certo feeling usando i due tasti direzionali con il boost centrale. Li ho trovati molto immediati e intuitivi, anche se il boost centrale è difficile da raggiungere nelle fasi di gioco più concitate. Alla difficoltà progressiva delle varie piste, ben tarata si aggiunge poi la necessità di migliorare le prestazione del proprio mezzo in modo da tenere il passo con gli avversari. Non ho sentito la necessità di incorrere nei classici acquisti in-app e con un pò di pratica e costanza si può tranquillamente terminare il gioco senza spendere un centesimo. Chiaramente i più pigri o per quelli che vogliono potenziare subito il proprio mezzo potranno acquistare tutti gli upgrade che preferiscono. Mini Motor Racing spicca dalla massa per design e qualità grafica, richiede solo un pò più d'impegno per quanto riguarda la giocabilità ma una volta acquisita la giusta padronanza regala molte soddisfazioni. L'offerta gratuita è sicuramente gratuita e potrà permettere a tutti, anche agli incerti di provare per intero il gioco e magari trovare un nuovo passatempo che resterà a lungo sui device.

 

Versione per iPhone



Marvel Guardiani della Galassia

 

Marvel Entertainment

 

Costo iniziale : €2,69

Download :  QUI

I tie-in videoludici sono da sempre il modo con cui l’appassionato espande l’esperienza delle proprie passioni: che siano film, serie tv o fumetti, non sempre eccellono per qualità, ma spesso soddisfano per contenuti. Anche l’ultimo film dei Marvel Studios, Guardiani della Galassia, uscito quasi in contemporanea in tutto il mondo lo scorso 1 Agosto, ha ricevuto il suo Tie-in, sotto forma di gioco mobile e offre una nuova avventura nello spazio per i cinque protagonisti del film, sotto forma di GDR strategico. Cosa succede quando mettiamo nella stessa squadra un pirata stellare, la donna più pericolosa dell’universo, un maniaco omicida, una pianta senziente e un procione parlante armato fino ai denti? Ovviamente otteniamo il gruppo di super eroi più tamarro di tutti i tempi, talmente orgogliosi delle proprie azioni da definirsi i Guardiani della Galassia. L’Arma Universale racconta una nuova avventura dei Guardiani Della Galassia, senza rovinare il film a chi non l’ha ancora visto. Star Lord, Gamora, Drax, Groot e Rocket Racoon si trovano nuovamente in prigione dopo una rissa (ovviamente tra di loro!), ma vengono fatti evadere dal fedele Cosmo, cane russo dotato da poteri psichici, che vi accompagnerà nell’hub di gioco e nel corso delle scorribande spaziali. I Guardiani dovranno aiutare i Nova Prime a raccogliere i cinque pezzi dell’Arma Universale, impedendo a numerosi cattivoni di comporre il letale strumento. L’avventura dei cinque eroi si espande nell’universo galattico Marvel, introducendo personaggi che non avevano trovato spazio nel film di James Gunn, come Angela (che milita attualmente nelle file dei Guardiani fumettistici) o Beta Ray Bill, compagno di avventure di Thor, fino a niente meno che Hulk, in versione Sfregio Verde (il soprannome da gladiatore del Gigante di Giada). Nel corso di sessanta livelli, scoprirete cosa è e a cosa serve l’Arma Universale, oltre a rafforzare il rapporto d’amicizia del gruppo più improbabile di tutti i tempi grazie a delle speciali Cut-Scene sotto forma di fumetto, piene di battute divertenti e scene d’azione, in pieno stile Marvel. La modalità storia dell’Arma Universale si completa in circa cinque ore, senza troppe difficoltà dovute al gameplay dal facile apprendimento e da un’IA fin troppo clemente. Fortunatamente in soccorso a questo difetto (o presunto tale) troverete la modalità Arena, dove il team dovrà affrontare diverse ondate di avversari per portare a casa preziosi punti esperienza ed oggetti rari. L’Arma Universale è un GDR strategico, i sessanta livelli della storia mettono il giocatore contro un’ondata di nemici che attaccherà di volta in volta la squadra di quattro eroi. I personaggi si distinguono in tre classi: Tiratore,esperto d’armi a lungo raggio come Star Lord o Rocket, Brawler capace di infliggere ingenti danni fisici come Drax o Gamora, e l’Healer, o curatore, che serve d’assistente all’intero Team, come Mantis. Esistono poi i personaggi intermedi, come Nebula, in grado sia di attaccare da vicino che da lontano, oppure Groot, capace sia di curare i propri alleati che di sferrare potenti attacchi fisici. Sta al giocatore creare il proprio team e la propria strategia, guardando le statistiche e le abilità personali degli eroi. Ogni personaggio può infatti raggiungere il livello 30 e sviluppare il proprio albero di abilità, composto sia da tecniche offensive e difensive, sia da speciali combo di coppia attivabili solo se presente il partner nel team. Scopo di ogni battaglia è mantenere in vita almeno un membro della squadra, facendo scivolare le dita da un personaggio ad un avversario in modo che possa attaccarlo con il proprio arsenale. Un gameplay semplice ed intuitivo che permette di mantenere il controllo su tutta la mappa di gioco anche durante le fasi finali della modalità storia. Al termine di ogni battaglia i Guardiani verranno ricompensati con monete, diamanti (utili per reclutare nuovi personaggi) e equipaggiamenti speciali da utilizzare per migliorarne le statistiche, come in ogni Gioco di Ruolo degno di questo nome. Uno dei punti a favore de L’Arma Universale è sicuramente la completa assenza di microtransazioni. Per vincere le battaglie, sbloccare i personaggi o migliorare il proprio record nell’arena, bisognerà solamente continuare a giocare senza dover spendere neanche un euro in più rispetto al prezzo di partenza del prodotto. Una qualità più unica che rara nel mercato mobile che non può che essere apprezzata. L’aspetto grafico de L’Arma Universale ci presenta tutti i protagonisti in salsa deformed, con animazioni 2D per ogni personaggio e paesaggi statici che fanno da contorno alle battaglie. Il titolo è completamente tradotto in italiano, anche se non mancano alcune sviste nelle traduzioni, fortunatamente solo refusi facilmente ignorabili. Sfortunatamente il comparto sonoro è ridotto ad un brano per ogni pianeta anche se tutti validi, non manca “Hooked On a Feeling”: la main theme del film vi darà il benvenuto ad ogni accensione e farà capolino dopo le battaglie più importanti. Guardiani della Galassia: L'Arma Universale è un simpatico gioco mobile da avere assolutamente se siete lettori Marvel, e a cui dare almeno una possibilità nel caso vi sia piaciuto il film, senza contare l'opportunità per questa settimana di poterlo avere in modo del tutto gratuito.
Recensione a cura di Guido Avitabile

 

Versione Universale

 

LostWinds

 

Frontier Developments Ltd

 

Costo iniziale : €3,59

Download :  QUI

Mistralis: un mondo pacifico e tranquillo, popolato da creature umanamente corrette e non corrotte dalla criminalità. Qui vive Toku, un ragazzino che presto intraprenderà un'avventura unica che lo porterà ad essere il salvatore della sua gente. Un bel giorno, infatti, il malvagio Balasar lanciò un incantesimo sul mondo di Toku e la magica terra natia del nostro piccolo amico cadde nelle mani del perfido individuo: questo è LostWinds. Il nuovo action-game di Frontier è già conosciuto ai fan del genere platform grazie alla sua comparsa, qualche tempo fa, sulla piattaforma Nintendo Wii. La trasposizione del titolo per dispositivi iOS, infatti, ha ridato nuova linfa al gioco, che ha avuto la possibilità di entrare in contatto con i milioni di utenti AppStore. Il concetto del progetto è quello di utilizzare i poteri di Enril, spirito del vento, per attraversare le regioni di Mistralis e liberare il mondo dalla malvagità di Balasar. Ma definire LostWinds un puro platform è un po' riduttivo: non mancheranno, infatti, marchingegni e leve da attivare che daranno un tocco puzzle al titolo. La componente adventure, invece, la noterete nell'esplorazione dei vari background per trovare alcune pietre magiche che vi permetteranno di avanzare nella storia. L'avventura, pensata inizialmente per funzionare con Wiimote su Wii, è stata riprogettata per essere giocata con smartphone e tablet che utilizzano il firmware Apple. Per muovere il nostro personaggio nelle varie direzioni saranno sufficienti dei semplici tap sullo schermo del vostro melafonino: un tap singolo indica la direzione del movimento del vostro personaggio, mentre un tap prolungato cancella il comando di movimento automatico in una certa direzione. Per poter, invece, sfruttare la forza del vento saranno necessari dei semplici slide sullo schermo. Attraverso queste piccole azioni riusciremo a compiere salti corti, doppi salti (più lunghi dei primi), attivare interuttori ed in generale interagire con tutti gli elementi presenti sullo schermo. L'idea di fondo nella gestione dei comandi è ben riuscita rispetto alla versione per Wii, anche se sarà necessario prenderci un po' la mano, soprattutto quando sarà inevitabile saltare con estrema precisione da una sporgenza all’altra: sarà proprio in queste occasioni che la mancanza di una tastiera fisica si farà un pò sentire. La grafica che caratterizza tutta l'avventura è davvero interessante. Gli oggetti con i quali si può interagire sono molti nel corso della storia ed ogni regione del magico mondo di Mistralis è caratterizzata da scenari differenti sia nello stile di creazione, sia nelle varietà di componenti dello sfondo. Ad ogni azione e movimento del personaggio, il mondo attorno ad esso si muoverà e subirà l'effetto dei suoi stessi movimenti dando vita all'intera azione. Quella che si respira è senza dubbio un'atmosfera molto nintendiana, nonostante il titolo sia stato realizzato da terze parti che poco c'entrano con la casa di Mario. Anche il sonoro che vi accompagnerà nel corso dell'avventura sarà assolutamente d'atmosfera e renderà l'esperienza ancora più intrigante. Sempre legata alla grafica, in senso lato, è molto interessante la modalità Scatto, che permette di aggiungere i personaggi di LostWinds al proprio rullino fotografico e condividere con gli amici gli scatti effettuati. Nel complesso, un titolo ben riuscito che gli amanti del genere non possono certamente lasciarsi scappare: grafica gradevole, storia accattivante, gameplay originale e longevità garantita dalla serie di obiettivi che devono essere portati a termine e dalla possibilità di inserire i punteggi all'interno del Game Center. LostWinds, quindi, entra a pieno titolo fra uno di quei giochi che hanno cambiato il mondo di produrre applicazioni per dispositivi iOS.

 

Versione Universale